giovedì 7 maggio 2020

TERME DI AGRIPPA

Plastico Terme di Agrippa


Pianta di Roma all'epoca di Agrippa

Marco Vipsanio Agrippa, edile del tempo, bonificò tutta la zona meridionale del Campo Marzio (posteriore al Pantheon), compresa la direzione del Tevere. Su questa area sorsero le Terme. La costruzione ebbe inizio intorno al 25 a.C. per terminare nel 19 a.C., esse vennero alimentate dall'acquedotto dell'Acqua Vergine (oggi utilizzato per la Fontana di Trevi).
Le Terme inaugurate il 12 a.C. furono inizialmente private e gestite da Agrippa, alla sua morte, vennero lasciate in eredità al popolo romano, quindi divennero pubbliche.
Il complesso termale, oggi quasi interamente scomparso, fu antesignano delle Terme Imperiali. Si presentava come un edificio composto da una grande sala circolare coperta da una cupola attorno alla quale si articolavano ulteriori ambienti. La pianta dell’edificio, che misurava circa 100m di larghezza e 120 di lunghezza, ci è nota da un frammento della Forma Urbis 

Forma Urbis severiana

e dagli studi realizzati in età rinascimentale dall’architetto Andrea Palladio.
Inserita nel tessuto urbanistico dell'area, includeva lo Stagnum (compreso tra le attuali Corso Vittorio Emanuele e via de' Nari) e l'antico Palus Caprae (la zona bonificata da Agrippa) alimentato dell'Acqua Virgo, che aveva la funzione di piscina delle Terme.
Da esso partiva un canale, l'Euripo, che attraversava la pianura del Campo Marzio per arrivare al Tevere nei pressi del Ponte Vittorio Emanuele.
Furono ristrutturate, assieme al Pantheon, dopo l'incendio dell'80 da parte di Adriano. Altri restauri si ebbero in età severiana sotto Massenzio.
Funzionanti fino al V secolo, furono poi abbandonate intorno al VII secolo.
Le strutture vennero smantellate (per tutta l’epoca medievale) per riutilizzarne i materiali edilizi nelle nuove costruzioni realizzate nella zona del Campo Marzio.

Arco della Ciambella

Oggi, la muratura visibile dell' Arco della Ciambella (situato nell'anonima via che ha tagliato in due grande Sala Rotonda che in origine misurava 25 metri di diametro e 10 metri di altezza) è solo una parte della metà della sala, inglobata all'interno degli edifici dentro cui è rimasta anche l'esedra orientale, ampia 17m, che la affiancava. I resti dell'aula circolare si possono ammirare sopra un'edicola sacra, fra i numeri 9-10, 14-15 della stessa via. La Sala aveva una volta a cupola con un oculus al centro, tipo il Pantheon. Fino al Seicento la sala circolare era pressoché intera ed infatti veniva popolarmente chiamata lo Rotulo o lo Tondo, da cui si fa derivare la definizione di “ciambella”. L’arco venne abbattuto nel 1621 nel corso degli interventi di sistemazione urbanistica eseguiti per volontà di papa Gregorio XV.


L'arco in un cortile del Pontificio Seminario



Bolli laterizi dei vari restauri antichi

Tra le statue che componevano la ricca decorazione delle Terme vi era l’Apoxyomenos.
La statua bronzea, realizzata dallo scultore greco Lisippo e databile tra il 330 ed il 320 a.C. , rappresenta un atleta intento a detergersi il corpo con lo strigile, strumento di metallo ricurvo e con un manico usato soprattutto dagli atleti.
Rappresenta una novità in quanto il movimento delle braccia rompe la tradizione greca della staticità delle statue a tutto tondo.

Apoxyomenos di Lisippo

Oggi dell’Apoxyomenos rimane solo una copia in marmo (risalente al I secolo d.C.) rinvenuta alla metà dell’800 nel quartiere di Trastevere ed ora conservata ai Musei Vaticani.
Si racconta che Tiberio impossessatosi della statua in bronzo fu costretto a ricollocarla al proprio posto per il reclamo da parte del popolo romano.
All'interno delle terme vi erano ricche di decorazioni, pitture, mosaici e sculture, tra le altre vi è il Pignone esposto nei giardini dei Musei Vaticani.
Pignone





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