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mercoledì 13 maggio 2020

GUERLAIN


Boutique Vendome


Alla metà dell'Ottocento (1828) Pierre François Pascal Guerlain apre un negozio di saponi in Rue de Rivoli n. 42 a Parigi con i suoi due figli Aimée e Gabriel, dove venivano confezionali elisir, unguenti, candele e aceti (servivano a rianimare le signore che svenivano a causa dei bustini stretti!)
E' la Parigi di Carlo X che presto lascerà la corona a Luigi Filippo e quindi a Luigi-Napoleone che diverrà l'Imperatore Napoleone III.
Nel 1853 il fondatore della Maison, Pierre François Pascal Guerlain, ha la boutique al piano terra dell'Hotel Maurice e il laboratorio, allora fuori porta, in campagna nella quiete di... Place de L'Etoile (oggi Place Charles de Gaulle!). Il 
1854 è il momento del primo rossetto stick! Dalla boutique ci si accorse, infatti, che le cere delle candele colorate pigmentavano perfettamente la pelle! 
Nobili e scrittori, dame e cavalieri, quindi, frequentano la sua boutique scatenando un successo insperato. Pierre François Pascal Guerlain produce profumi su ordinazione anche "per una sola notte", e addirittura per le pagine di un giornale.
Baudelaire scrive:"vi sono profumi che cantano impulsi dello spirito e dei sensi". Pierre produce per la Casa Reale francese ma anche per quella d'Inghilterra.
La qualità di Guerlain, l'estro, la fantasia, conquistano Parigi e l'Europa.
Napoleone III vuol rimodernare la Capitale del lusso e fa di Rue de la Paix la via della raffinatezza e del prestigio.
Pierre François Pascal Guerlain con i suoi due figli Aimé e Gabriel lascia Rue de Rivoli per il nuovo quartiere che pur non ha ancora la strada lastricata... Poi trasferisce la fabbrica a Colombes sotto l'impulso che l'imperatrice Eugenia Bonaparte da' alle Maison del lusso.
Guerlain realizza per lei l'Eau de Cologne Impériale, in occasione delle nozze con l'Imperatore Napoleone III, facendo impreziosire il flacone con le 
69 api d'oro dipinte a mano api simbolo dell'Impero.

Flacone Api

Nasce il flacone Api, un'autentica icona.
Da allora, il destino dell'ape e quello di Guerlain saranno legati per sempre. Divenuta simbolo della Maison, l'ape ispira ogni sua creazione, orna i flaconi più preziosi, oggi guida lo sviluppo sostenibile.
Una genialità nella creazione che conferisce a Guerlain la nomina ufficiale di profumiere di Sua Maestà.
E' il tempo della prima vera grandeur (Corot, Delacroix, Courbert, dipingono capolavori; la contessa di Castiglione, il principe di Galles, la regina Alessandra del Belgio frequentano la Boutique Guerlain) che si conclude con l'Esposizione Universale del 1867.
Ma viene la guerra: la Prussia invade la Francia e nell'inverno glaciale del 1870, Parigi muore letteralmente di fame. Sulle tragedie del secondo Impero, nasce la Terza Repubblica che nel 1889 allestisce la sua Esposizione Universale con il signor Eiffel che costruisce la torre simbolo di Parigi, più nel futuro che nel presente, aggredito di polemiche.
Guerlain rinasce ovviamente: profuma la regina Vittoria d'Inghilterra, Isabella di Spagna, Sissi, Imperatrice d'Austria, Guerlain è "il profumo" non si discute.
Aimé e Gabriel hanno ormai sulle spalle l'eredità del padre. Ed é Aimée a continuare i grandi successi della Maison realizzando un capolavoro: Jicky, il primo profumo con oli di sintesi.Diviene il primo profumo "moderno".
Si ritiene che sia stato lui a creare la cosiddetta "Guerlinade", le note di base della firma Guerlain utilizzate per la creazione di più profumi Guerlain. Una rivoluzione che preannuncia il Novecento e la Belle epoque.
La moda rivoluziona le sembianze e le situazioni: gli uomini vestono il tight e la bombetta, la donna è stretta in corsetti, ermeticamente chiusa da bottoni e lacci. Per possederla bisogna davvero superare una specie di labirinto...
"Quando tutti i lacci sono sciolti – scrive Pierre Louys, autore del momento – la bella indossa soltanto il suo profumo: l'incenso che prelude al sacrificio".
E' il tempo delle calze nere, del French Cancan, si cena da Maxim, c'è l'aristocratico d'antica stirpe e il principe dell'industria (Hennessy del cognac); c'è la duchessa autentica e quella inventata; c'è il conte Henri de Toulouse-Lautrec che li disegna su un angolo di tovaglia di carta, Madame Curie lavora alla ricerca della penicillina, Henri Desgranges inventa il Tour de France, Jicky, profumo "nuovo" è davvero il profumo di tanta effervescenza!
Guerlain, intanto, si distingue per il suo inconfondibile stile olfattivo sempre più indirizzato verso quelle note di sintesi che i suoi colleghi definiscono sprezzantemente come artificiali. Per Guerlain invece le note sintetiche sono come dei tutori invisibili che servono ad esaltare le fragranze naturali e che possono esprimere l'infinito del sogno olfattivo.

Nel 1906 Il nipote di Aimée, Jacques Guerlain crea "Apres l'Ondée" che evoca l'odore del biancospino e del sottobosco, tutta grazia e ingenuità. La fragranza appare in un flacone detto "Luigi XVI" realizzato nel 1902 che già aveva fatto da contenitore ad altri profumi della casa, come "Sillage" o "Avril en Fleur".
Jacques intanto lavora a L'Heure Bleue, romantico penetrante "per un giorno che ha perso la sua luce e una notte che non ha ancora trovato la sua".
Un altro flacone storico uno dei primi disegnati da Raymond Guerlain, cugino di Jacques, è quello realizzato dalle Cristalleries de Baccarat nel 1912 appositamente per "L'Heure Bleue" un profumo fiorito-orientale, poetico e crepuscolare, che esprime l'atmosfera di un particolare periodo appunto: La Belle Epoque.

L'Heure Bleu

E' il 1912, preludio dell'inferno che verrà. Nel '14 Guerlain fa in tempo ad aprire il suo secondo negozio in Avenue des Champs-Elysées, non rinnova l'affitto di Rue de la Paix e solo nel '35 si installerà definitivament in Place Vendôme.
L'Heure Bleue nei terribili anni della Grande Guerra sarà il profumo della felicità perduta, respirato nel fango delle trincee sul fazzoletto lasciato in pegno.
Evoluzione e miseria fanno seguito ai tre anni della Grande Guerra. C'è dispersione di idee, dispersione di usi e costumi, mescolanze di modi. Arriva l'elettricità e Parigi diventa la Ville Lumière. La moda ha trovato in Coco Chanel la massima autocritica. Si scoprono le caviglie, la biancheria intima simbolo della Belle Epoque, si semplifica. Si scopre qualcosa di nuovo, lo sport, l'aviazione. La traversata dell'Atlantico diventa una sfida costante al primato di Lindbergh. Per la donna sono tempi di quasi annullamento della seduzione. Ma sull'Orient Express e sulla Transiberiana si cullano sogni repressi. Puccini scrive Tosca e Bohème e Madame Butterfly. Nasce il fascino dell'Oriente, del Giappone. Lo scrittore Claude Ferrère affascina Jacques Guerlain con la storia delle sue eroine, una delle quali è Mitsouko. Che diventa un altro profumo capolavoro. Un successo immediato nell'età delle ragazze maschietto che trovano in Mitsouko un tocco di seduzione. La parola Mitsouko è il nome dell'eroina del racconto di Claude Farrère La bataille. La storia ambientata in Giappone durante la guerra russo-giapponese, racconta l'amore impossibile fra un ufficiale inglese e Mitsouko, la moglie di Tōgō Heihachirō. Parigi e il mondo sono ora (1919) una grande festa cosmopolita. Lo scrive anche Hemingway che la frequenta, così come l'Aga Khan, Stravinsky, Dalì, Picasso.
Dal 1920 al 1939 è tempo di tango ma anche di jazz e charleston. "Il mondo è una festa" scrive Hemingway, Cocteau ribatte "e io con lui sono un fuoco di paglia che arde all'infinito".
La moda si ispirava al gusto orientale e le donne volevano sentirsi odalische misteriose ed enigmatiche, regine della notte sensuali e ammalianti.
Jacques Guerlain traduce le bizzarrie del tempo e le contraddizioni dei sogni creando nel 1921 Shalimar un profumo destinato entrare nel novero dei capolavori della profumeria ispirato a una delle più struggenti storie d'amore orientali, ambientata nel XVII secolo.
Fu presentato al pubblico solo nel 1925 all'Esposizione delle Arti Decorative a Parigi, al Grand Palais. In seguito al successo ottenuto a bordo del transatlantico Normandie, in occasione di una traversata verso New York di Raymond Guerlain (cugino di Jacques) e di sua moglie, Shalimar venne lanciato in anteprima negli Stati Uniti.
Shalimar (in sanscrito significa dimora o sala dell'amore), ricalca il nome dei fantastici giardini Shalimar che furono voluti dall'Imperatore Shah Jahan attorno al Mausoleo del Taj Mahal costruito appositamente per la precoce morte della Principessa Mumtaz Mahal.


Racchiuso in una bottiglia disegnata da Raymond Guerlain e realizzata da Baccarat, Shalimar di Guerlain è costruito su una paradossale armonia di fragranze formata da una testa di frizzanti note agrumate, un cuore di Patchouli e morbido fondo di vaniglia.
Shalimar è uno dei profumi più amati di tutti i tempi.

Shalimar

Passando di successo in successo la Maison arriva così all'ultima generazione di creatori.
Jean Paul Guerlain è il nipote di Jacques Guerlain. Jean Paul Guerlain dimostra di avere lo stesso straordinario naso appartenuto a tutti i suoi predecessori. Riconosce infatti ben 3000 diverse sfumature di profumi e odori e anche lo stesso talento come ideatore di nuove fragranze.
Prima ha assistito, e poi ha creato la sua prima offerta "da solista", l'ormai famoso Vetiver (1959). Altre sue famose creazioni includono Habit Rouge un fantastico mix di note orientali legnose e speziate che si rivela caldo ed elegante , Chamade, Eau de Guerlain e Nahema.
Significativa per capire lo spirito che anima le sue creazioni è certamente la frase "il profumo è la forma più intensa del ricordo" divenuto ormai il motto fondante della filosofia della Maison parigina.
Nel 1933 viene creata la fragranza "Vol de nuit" dedicata ad Antoine de Saint-Exupéry.
Contenuta in flacone raggiato che richiama visivamente l'effetto dato dalle eliche di un aereo in partenza, ancora oggi a 90 anni di distanza "Vol de nuit" rappresenta un ambito trofeo per collezionisti.
Quindi ben 5 generazioni si sono avvicendate alla guida del prestigioso marchio fino al 1994, quando fu acquisita da Louis Vuitton Moet Hennessy (LVMH).
Nel 2002, l'eredità familiare di Guerlain termina con la pensione di Jean-Paul Guerlain, sebbene continuasse a lavorare per la casa come consulente.
Nel 2008 Thierry Wasser è stato nominato profumiere interno ufficiale di Guerlain.
Se esiste un Santuario del profumo questo è proprio la Boutique in Champs-Elysée numero 68 di Parigi, è un indirizzo obbligato per gli appassionati di fragranze.
Più di un secolo fa la famiglia Guerlain ha incaricato Charles Mewès, l'architetto del Ritz di Parigi, di costruire la Boutique storica di Champs-Elysée.
Terminata la costruzione, gli interni sono decorati da designers come Jean Michel Frank, Christian Bérard, Diego Giacometti, Andrée Putman.
Tempio allegorico della Bellezza il palazzo Art Noveau è stato ripensato dall'architetto americano Peter Marino nel giugno 2005.
Gli interni originali grigi di Jean Michel Frank sono stati restaurati, al primo piano la Galleria degli specchi è illuminata dai riflessi dorati delle appliques firmate Baccarat.
Un gesso del Re Sole, il primo appassionato di profumi e il logo Guerlain troneggiano in fondo alla galleria.

Boutique in Champs-Elysée


Boutique in Champs-Elysée


Ogni anno il 20 maggio si festeggia il World Bee Day Guerlain dal 2008 lo festeggia con iniziative volte a sensibilizzare la tutela delle api. Dal 2005 collabora costantemente con la Good Planet Foundation di Parigi.
Dal 2010 ha istituito un programma di filantropia per lo sviluppo sostenibile, per finanziare gli apicoltori e promuovere l'importanza del loro lavoro e proteggere meglio le api.
Guerlain utilizza materie prime naturali per i suoi prodotti. Circa l'80% nei profumi e circa l'87% nello skincare dove troviamo il miele e la pappa reale delle api nere di Ouessant
e le orchidee, che tutela tramite il programma Orchidarium Guerlain.

Se non vi siete innamorati ora... 😍😍😍

mercoledì 6 maggio 2020

ACQUA DI PARMA

Carlo Magnani

Il Barone Carlo Magnani, erede di un'aristocratica famiglia parmigiana e nipote dello scenografo prediletto da Verdi, gira il mondo entrando in contatto con le diverse culture internazionali. L'uomo però sente la mancanza della propria terra. Rientrato in Italia affida a maestri profumieri un compito importante: racchiudere in una fragranza l'eleganza, lo stile e la luce italiani.

Nasce così nel 1916 "Colonia di Acqua di Parma" un'essenza elegante, fresca, insolita e insieme discreta, destinata a diventare un classico. Arancia, bergamotto, i frutti d'oro d'Italia sono protagonisti della fragranza, attentamente selezionati e raccolti a mano.
Degli anni '30 è il flacone iconico in Art Decò con tappo in bachelite nera (materiale innovativo utilizzato per le manopole della radio dell'epoca). A tutt'oggi, gesti accurati applicano manualmente l'etichetta sulle confezioni realizzate artigianalmente e impreziosite da una goffratura fatta a mano. Il logo richiama lo stemma ducale di Maria Luigia d'Asburgo (che aiutò nel secolo precedente lo sviluppo dell'arte del profumo e del vetro nella città di Parma).
Parma, la città italianissima dove i raggi dorati colorano gli antichi palazzi come baciati dal sole fa del giallo il suo colore, che dal 1700 caratterizza gli edifici storici della città.
I palazzi costruiti durante i Farnese mostravano già un ampio uso di giallo ocra e rossi chiari, ma fu Petitot che iniziò a dipingerli in un giallo dorato durante il restauro dei palazzi più importanti di Piazza Grande, l’attuale Piazza Garibaldi, nella seconda metà del 18° secolo.
Secondo la leggenda Petitot fu ispirato dai residenti di Strada Sant’Anna e Strada San Michele, che avevano dipinto le loro case di un giallo oro ispirati dal colore dei capelli di Isabella di Borbone, passata in quelle strade durante la processione per il suo matrimonio.
Gialle sono le scatole e le cappelliere utilizzate nelle sartorie per chiudere gli abiti su misura.
Nelle sartorie di Carlo Magnani si lasciano cadere alcune gocce di Colonia sulla carta velina che avvolge l'abito confezionato su misura, quando il gentiluomo lo aprirà sarà avvolto da una fragranza pulita, fresca, nuova e lontana dallo stile opulento del tempo.
Ad aggiungersi il rituale tutto italiano di vaporizzare la pochette e inserirla nel taschino prima di uscire di casa, un gesto semplice e raffinato.


Affermatasi negli anni trenta raggiungerà il successo internazionale degli anni 50, scoperta da grandi attori di Hollywood come Cary Grant, Ava Gardner e Audrey Hepburn.
Un'opera d'arte che valica confini e non teme il trascorrere del tempo.
Simbolo di stile ed eleganza mai ostentate.


Negli anni, alla storica Colonia, autentica ispiratrice del mondo di Acqua di Parma e dei suoi valori ispirati al lifestyle italiano, sono state affiancate nuove creazioni e raffinate collezioni. Tutti prodotti in piccoli laboratori italiani dove, oggi come allora, i segreti dal saper fare si tramandano da una generazione all'altra. I grandi classici, gli oggetti di culto, nascono dalla pazienza, dalla cura dei dettagli e dal matrimonio tra materiali preziosi.

Candele

Oggi Acqua di Parma rappresenta un'eleganza senza tempo, una nobiltà d'animo che si traduce in gesti ricchi di significato nella loro semplicità. Migliorarsi giorno dopo giorno, vivere la vita pienamente, alla ricerca non solo di uno stile, ma di un vero e proprio modo di essere.
Chi si riconosce nei valori del brand celebra la sua generosità, la sincerità, la semplicità.
Negli anni '90 Acqua di Parma è stata acquisita da Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Paolo Borgomanero.
La prima boutique esclusiva nasce a Milano nel 1998 a via del Gesù.

Boutique di Milano

Acqua di Parma, che dal 2001 è parte del gruppo LVMH, si identifica con la cultura, la storia, l'immagine e il fascino di Parma, la sua città di origine, e vuole sottolinearne il suo senso di appartenenza. Di Parma sono aziende come Bormioli che collaborano con la lavorazione di alcuni flaconi e Cavalieri&Amoretti con la lavorazione di alcune scatole. Sempre hand made, sempre aziende italianissime.

Cappelliere


Proprio a Parma sono stati celebrati con eventi, libri, mostre, gala, reading teatrali e concerti i 100 anni di vita della prima colonia italiana. I festeggiamenti hanno compreso anche la presentazione di note di Colonia una nuova collezione di fragranze che trova ispirazione nel mondo dell'Opera.

Note di Colonia



Inoltre è stato reinterpretato da Damiani, il primo flacone di Colonia, edizione Centenario, un prezioso manufatto in argento 925 che avvolge interamente l'inconfondibile flacone Art Decò. Un autentico gioiello il cui design si ispira i decori del teatro Regio di Parma e alla nobile storia dell'alta profumeria. Una preziosa tiratura limitata di solo 100 pezzi come 100 anni del marchio.
Acqua di Parma ha celebrato il suo Centenario anche con una pubblicazione originale preziosa, "ESSERE PARMA", un'opera unica in due volumi. Il primo è un libro fotografico una raccolta di scatti affidati a Giovanni Gastel, giocati su l'idea del doppio, eccellenza del passato e del presente, accostati liberamente fra loro dove affiorano analogie tra una grande tradizione e una contemporaneità ancora oggi vitale.L'altro libro è un romanzo scritto per l'occasione da Antonella Boralevi.
Quest'anno non perdiamoci, in occasione di PARMA CITTA' DELLA CULTURA, gli eventi DI PARMA CITTA' DEL PROFUMO.

Libro Essere Parma