giovedì 14 maggio 2020

TEMPIO DELLA PACE O DI VESPASIANO



Tempio della Pace

Il Tempio della Pace fu voluto dall'Imperatore Vespasiano dopo la vittoria sui Giudei (71d.C.), e delle guerre si successione all'Impero, ad auspicio di un lungo periodo di pace.
Il Tempio della Pace è il terzo foro in successione dopo quello di Cesare e di Augusto. Risulta un luogo frequentato (fino al VI secolo) come santuario, giardino, luogo di studio o museo pubblico, ricco di sculture, dipinti, bottini di guerra e di una grande biblioteca letteraria e scientifica. L'appellativo Templum Pacis, noto dalle fonti antiche, ne sottolinea il carattere sacro, diverso quindi dagli altri due Fori sia per progettualità che per planimetria.
Proprio sul Macellum, il mercato di età repubblicana, distrutto dall'incendio del 64 all'epoca di Nerone, il Tempio venne eretto su una superficie di due ettari tra il Foro Romano a est, la strada denominata Argiletum a nord e una collinetta chiamata Velia a sud, quest'ultima venne sostituita da via dell'Impero nel 1932 (oggi via dei Fori Imperiali).
Il Tempio della Pace venne danneggiato dall'incendio del 192 d.C. (durante il regno di Commodo), ma fu fatto ricostruire da Settimio Severo. Lo schema architettonico riportato ai giorni nostri, infatti, è stato ricostruito in base alla pianta della Forma Urbis Severiana (Forma Urbis Romae 18x13m), realizzata in scala 1:246 nel III sec. d.C.. I frammenti delle 151 lastre marmoree erano affissi in un'aula a destra dell'aula di culto, odierna facciata della Basilica dei SS Cosma e Damiano. Sono conservati nel Museo della Civiltà Romana.

Facciata SS Cosma e Damiano

Il Foro della Pace in sostanza era una piazza rettangolare (110x135m) contornata da portici e quattro esedre. L'esedra situata sul lato nord, anche se non visitabile, è l'unica ben conservata e si trova sotto la Torre dei Conti, posta all'inizio di via Cavour. Nel portico principale erano poste colonne di granito rosa di Assuan di m 1,80 di diametro. Nel 2015, grazie al progetto della Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con la Sovrintendenza Beni Archeologici di Roma, sono state ricostruite con i pezzi originali, tramite la tecnica dell'anastilosi, ovvero il mettere insieme, pezzo per pezzo, gli elementi originali di una costruzione andata distrutta, 7 colonne, i cui resti furono rinvenuti negli scavi 1998-2000.
Le lacune delle parti originali sono state colmate grazie a integrazioni con una selezione di inerti granitici di colorazione compatibile.
Sono stati anche restaurati il rivestimento marmoreo del podio del tempio (che sorreggeva la statua della Pax) e il massetto.

Video: ScaviTemplus Paci - Roberto Meneghini  Direttore scavi Fori Imperiali 1998-2000

(Treccani TV)



All'opposto dell'entrata principale era il Tempio vero e proprio, circondato da quattro grandi aule simmetriche (sull'area della chiesa dei SS Cosma e Damiano), due per lato, dove vi erano le biblioteche, una greca e l'altra latina (Bibliotheca Pacis). Sono state decifrate sulla base del confronto con l'articolazione planimetrica e architettonica della cosiddetta Biblioteca di Adriano ad Atene. La raccolta di testi medici sarebbe da collegare ad una scuola di medicina, interna o limitrofa al foro, nella quale insegnò il celebre medico greco Galeno (129-201 d.C). Nelle altre aule probabilmente vi era uno spazio contenente reperti sottratti al Tempio di Gerusalemme distrutto nel 70, in particolare (il tesoro di Re Salomone) la tavola per il pane di proposizione, le trombe argentate e uno dei candelabri a sette braccia, la Menorah (lampada ad olio consacrato che veniva accesa all'interno del Tempio), i quali figurano sui rilievi interni dell'arco di Tito.


Rilievi Arco di Tito


Il Tempio aveva all'interno un'unica grande sala, con un'abside sul fondo, che ospitava la statua della dea Pax, raffigurata con una figura femminile, forse seduta, alta quasi 5 metri.
L'aula aveva un sontuoso pavimento, di età severiana, in marmi colorati, composto da rotae (dischi) del diametro di 2,45 m in pavonazzetto, granito e porfido inseriti in quadrati di 3,55 m di lato, in giallo antico, all'interno di uno schema reticolare in lastre di pavonazzetto.
L'aula era all'interno della navata centrale, la quale era composta da 8 colossali colonne corinzie di marmo pentelico. La colonna situata addosso al pilastro del portale venne spostata dal tempio e posizionata sulla piazza di S. Maria Maggiore per volere di papa Paolo V.
La piazza si presentava in terra battuta ed era intervallata da podi decorati con fontane per giochi d'acqua, aiuole e statue. Infatti erano presenti anche opere arrivate dall'Oriente per arredare la Domus Aurea di Nerone, i gruppi dei Galati, provenienti da Pergamo, il Ganimede di Leochares, Ermes di Prassitele, le statue di Fidia e di Policleto e i dipinti di Nicomaco. In quest'area sono stati rinvenuti frammenti di un'enorme vasca di forma circolare in porfido rosso di età severiana.

Base di una statua di Ermes di Prassitele

Ritratto in bronzo del filosofo Crisippo -  Utilizzata
ad indicare nella biblioteca la sezione a lui dedicata.

Il Tempio della Pace subì nuovi danni nel V secolo, cui seguì l'abbandono. Intorno al VI-VII secolo una parte dell'area venne adibita a cimitero. Nell'XI secolo l'area venne utilizzata come terreno agricolo e discarica del vicino mercato nel foro di Nerva.

Ricostruzione del Tempio della Pace




Lettura: RomaMedievale e i Fori Imperiali Roberto Meneghini



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