Tempio della Pace |
Il
Tempio della Pace fu voluto dall'Imperatore Vespasiano dopo la
vittoria sui Giudei (71d.C.), e delle guerre si successione
all'Impero, ad auspicio di un lungo periodo di pace.
Il
Tempio della Pace è il terzo foro in successione dopo quello di
Cesare e di Augusto. Risulta un luogo frequentato (fino al VI secolo)
come santuario, giardino, luogo di studio o museo pubblico, ricco di
sculture, dipinti, bottini di guerra e di una grande biblioteca
letteraria e scientifica. L'appellativo Templum Pacis, noto dalle
fonti antiche, ne sottolinea il carattere sacro, diverso quindi dagli
altri due Fori sia per progettualità che per planimetria.
Proprio
sul Macellum, il mercato di età repubblicana, distrutto
dall'incendio del 64 all'epoca di Nerone, il Tempio venne eretto su
una superficie di due ettari tra il Foro Romano a est, la strada
denominata Argiletum a nord e una collinetta chiamata Velia a sud,
quest'ultima venne sostituita da via dell'Impero nel 1932 (oggi via
dei Fori Imperiali).
Il
Tempio della Pace venne danneggiato dall'incendio del 192 d.C.
(durante il regno di Commodo), ma fu fatto ricostruire da Settimio
Severo. Lo schema architettonico riportato ai giorni nostri, infatti,
è stato ricostruito in base alla pianta della Forma Urbis Severiana
(Forma Urbis Romae 18x13m), realizzata in scala 1:246 nel III sec.
d.C.. I frammenti delle 151 lastre marmoree erano affissi in un'aula
a destra dell'aula di culto, odierna facciata della Basilica dei
SS Cosma e Damiano. Sono conservati nel Museo della Civiltà Romana.
Facciata SS Cosma e Damiano |
Il
Foro della Pace in sostanza era una piazza rettangolare (110x135m)
contornata da portici e quattro esedre. L'esedra situata sul lato
nord, anche se non visitabile, è l'unica ben conservata e si trova
sotto la Torre dei Conti, posta all'inizio di via Cavour. Nel portico
principale erano poste colonne di granito rosa di Assuan di m 1,80 di
diametro. Nel 2015, grazie al progetto della Sovrintendenza
Capitolina in collaborazione con la Sovrintendenza Beni Archeologici
di Roma, sono state ricostruite con i pezzi originali, tramite la
tecnica dell'anastilosi, ovvero il mettere insieme, pezzo per pezzo,
gli elementi originali di una costruzione andata distrutta, 7 colonne, i cui resti furono rinvenuti negli scavi 1998-2000.
Le
lacune delle parti originali sono state colmate grazie a integrazioni
con una selezione di inerti granitici di colorazione compatibile.
Sono
stati anche restaurati il rivestimento marmoreo del podio del tempio
(che sorreggeva la statua della Pax) e il massetto.
(Treccani TV)
Video : I lavori di scavo al foro della Pace. 24 luglio 2013 ROMAUNO TV
All'opposto
dell'entrata principale era il Tempio vero e proprio, circondato da
quattro grandi aule simmetriche (sull'area della chiesa dei SS Cosma
e Damiano), due per lato, dove vi erano le biblioteche, una greca e
l'altra latina (Bibliotheca Pacis). Sono state decifrate sulla base del confronto con
l'articolazione planimetrica e architettonica della cosiddetta
Biblioteca di Adriano ad Atene. La raccolta di testi medici sarebbe da collegare ad una scuola di medicina, interna o limitrofa al foro, nella quale insegnò il celebre medico greco Galeno (129-201 d.C). Nelle altre aule probabilmente vi era
uno spazio contenente reperti sottratti al Tempio di Gerusalemme
distrutto nel 70, in particolare (il tesoro di Re Salomone) la tavola
per il pane di proposizione, le trombe argentate e uno dei candelabri
a sette braccia, la Menorah (lampada ad olio consacrato che veniva
accesa all'interno del Tempio), i quali figurano sui rilievi interni
dell'arco di Tito.
Rilievi Arco di Tito |
Il
Tempio aveva all'interno un'unica grande sala, con un'abside sul
fondo, che ospitava la statua della dea Pax, raffigurata con una
figura femminile, forse seduta, alta quasi 5 metri.
L'aula
aveva un sontuoso pavimento, di età severiana, in marmi colorati,
composto da rotae (dischi) del diametro di 2,45 m in pavonazzetto,
granito e porfido inseriti in quadrati di 3,55 m di lato, in giallo
antico, all'interno di uno schema reticolare in lastre di
pavonazzetto.
L'aula
era all'interno della navata centrale, la quale era composta da 8
colossali colonne corinzie di marmo pentelico. La colonna situata
addosso al pilastro del portale venne spostata dal tempio e
posizionata sulla piazza di S. Maria Maggiore per volere di papa
Paolo V.
La
piazza si presentava in terra battuta ed era intervallata da podi
decorati con fontane per giochi d'acqua, aiuole e statue. Infatti
erano presenti anche opere arrivate dall'Oriente per arredare la
Domus Aurea di Nerone, i gruppi dei Galati, provenienti da Pergamo,
il Ganimede di Leochares, Ermes di Prassitele, le statue di Fidia e di Policleto e i
dipinti di Nicomaco. In quest'area sono stati rinvenuti frammenti di
un'enorme vasca di forma circolare in porfido rosso di età
severiana.
Base di una statua di Ermes di Prassitele |
Ritratto in bronzo del filosofo Crisippo - Utilizzata ad indicare nella biblioteca la sezione a lui dedicata. |
Il
Tempio della Pace subì nuovi danni nel V secolo, cui seguì
l'abbandono. Intorno al VI-VII secolo una parte dell'area venne
adibita a cimitero. Nell'XI secolo l'area venne utilizzata come
terreno agricolo e discarica del vicino mercato nel foro di Nerva.
Ricostruzione del Tempio della Pace |
Video storia: Sovrintendenza Capitolina
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